La mostra riunisce un centinaio di opere di importanti artisti nazionali e internazionali, realizzate tra il 1940 e la metà degli anni Sessanta. Queste opere esplorano la condizione umana in un periodo segnato da incertezze, mutazioni, fallimenti e speranze all'indomani della Seconda guerra mondiale e della Guerra civile spagnola. La mostra offre uno sguardo interdisciplinare sull'arte del dopoguerra e va oltre l'esistenzialismo, catturando lo spirito del tempo condiviso da diversi immaginari culturali.
Dopo la devastazione della guerra globale, l 'arte è diventata un mezzo per esprimere le preoccupazioni e le crisi dell'umanità, rappresentando la figura ferita, angosciata, distrutta e reinventata. Questi dilemmi storici risuonano nel presente, segnato dalla guerra e da un generale senso di crisi.
La mostra presenta opere di artisti come Joan Miró, Salvador Dalí, Antoni Tàpies, Pablo Picasso, Antonio Saura, Albert Giacometti, Henry Moore e Francis Bacon, tra i tanti.
Il progetto cerca di esplorare temi essenziali come la dissoluzione dell'umanesimo classico, la creazione di una nuova soggettività attraverso la sofferenza e la speranza, ma anche questioni più specifiche come il rapporto tra corpo e coscienza, l'eroismo, il grottesco, l'immagine del mostro, la nostalgia della bellezza e la funzione comunicativa del volto. In definitiva, questa mostra amplia la narrazione del dopoguerra e delle avanguardie, collocando gli artisti catalani in un contesto europeo e internazionale e mettendo in luce la loro qualità artistica.
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